1 MAGGIO AL LAVORO: CRONISTORIA DI UNA PSICODOMENICA

Piccole riflessioni iniziali:

1) La maggior parte delle persone che invece di andare a farsi una scampagnata approfittando del bel tempo, trascorrono una giornata nel centro storico di una città, hanno qualche serio problema.

2) Ho un kalashnikov sotto al bancone pronto per quei simpaticoni che passano davanti al negozio e, vedendo le luci accese pensano:
“Ma guarda, oggi che è il primo maggio invece di essere chiusi c’è un commesso che sta li dentro dalla mattina alla sera! Quasi quasi, visto che non ho un cazzo da fare, vado a rompergli i coglioni con una serie di domande assurde che non c’entrano nulla con il suo lavoro. Così, giusto per passare un po di tempo.”

10:00 – Apertura del negozio

10:18 – Un bengalese vuol fare un contratto per prendere un telefono da 99€. Gli spiego che ci vuole la carta di credito. Mi chiede: “quèla va bene?” e tira fuori il permesso di soggiorno. Si preannuncia una bella giornata…

10:25 – Entra uno incazzato. “Ieri sera ho comprato questo telefono non funziona. Non fa le telefonate.” Provo io. Premo sulla scritta “TELEFONO”, con sopra l’icona del TELEFONO, mi compare la tastiera, compongo il numero del negozio: squilla. Funziona. Il cliente stupito: “Noooooo… Come ha fatto? E per i messaggi? Come faccio per i messaggi?” Si legga il manuale! MA FIGURATI, SONO 180 PAGINE, ME LO SPIEGA LEI!  (chiamo la neurodeliri e lo portano via prima che lo accoltelli)

10:48 – Entra uno, accento lombardo: “questa macchina fotografica, quando scatto, mi rimane bloccata. Da cosa può dipendere?”. Guardi, non ho idea, io vendo servizi telefonici!!!! E lui insiste: “No, non mi ha capito, vede, quando premo qui, non scatta. Sembra di si ma la foto non la salva!”. Io conto fino a 3 e gli consiglio di sentire nella farmacia di fronte, o al limite dal tabacchino. Mi risponde: “Ma mi prende in giro?” “Si, ma ha cominciato lei!”

(p.s. Non siamo neanche a 1 ora di apertura: zero scontrini, 3 psicoclienti….)

11:03 – Entra uno, con accento di Bolzano Nord: “Aggio cumbrat l’Aifonnoguattre (traduzione: Iphone 4). Comme fa ca ma ghieta la Garta e Crettete (traduzione: come mai mi chiede la Carta di Credito?)”. Gli spiego che per registrarsi al servizio di aggiornamento e acquisto programmi deve indicare il numero della Carta di Credito. “Ah e lo poteda fara voi?” In che senso? “Non tengo la Carta, lo fate voi con la vostra!”. Gli chiedo se sta scherzando. “MA GOME? AH IO LO VENDA GUESTA TELEFONINE, CHE SGHIFO LA TIMME” (la traduzione la lascio a voi)

11:42 – Un tipo vuole attivare una nuova SIM. Quando gli chiedo il documento mi guarda malissimo: “Da quando in qua per attivare un numero ci vuole un documento?” DA SEMPRE, esimia testa di cazzo!

15:35 – Uno mi chiede: posso usare la mia chiavetta internet della Wind con una scheda TIM? Gli dico: “In teoria si ma non le merita. Se usa la sua chiavetta, in un anno spende 303 euro. Se compra la nostra, lo stesso servizio ce l’ha per soli 189 euro”. Risposta: “PAZIENZA, LA MIA CHIAVETTA MICA LA POSSO BUTTARE VIA”… Uno così potrebbe fare il ministro delle Finanze!

15:49 – “Mi fa una ricarica da 5€”  “Certo, signora mi dice il suo numero?” Ah io non lo so, NON MI CHIAMO MAI”. “Allora non dovrebbe sapere neanche il suo nome e cognome. Comunque senza il numero non posso fare nulla” Allora chiamo la mi figliola, mi faccio dare il mio numero” ed esce. Dopo 30 secondi ritorna, mi porge il telefono e mi dice “parli lei con la mi figliola, senta un po cosa gli serve. guardate che casino se deve fare per ricaricare un telefono”. P.S. La Signora in questione aveva ancora 48€ nel telefono!!!!

16:31 – Entra una donna sulla trentina: “Mi hanno regalato questo telefono: ogni tanto mi fa PIRIPIIIIIIIII! PIRIPIIIIIII! PIRIPIIIIIIIII! Da cosa dipende?”

16:45 – Cercavo il SANSUNGHE CO LO SPORTELLINO,MA QUELLO DELLA NOKIA!

19:35 – Negozio chiuso da 5 minuti. Luci spente, cancelletto di ferro davanti alla porta chiuso. Vedo uno che traccheggia col cancello, lo apre, si presenta davanti alla porta automatica ovviamente chiusa e si sbraccia per far azionare il sensore. Io lo guardo malissimo, quello mi fissa e fa: “Ma… è aperto?” Io mi metto le mani sulla faccia disperato, mi riprendo e gli dico: “Se c’è un cancello chiuso, le luci spente e la porta chiusa, secondo lei?” “Ma volevo fare solo una domanda”…

Adesso vado a casa… Mezzo litro di Valium penso che possa bastare….