Abbiamo esplorato una delle località più gettonate per chi pratica Urbex, ovvero l’esplorazione di aree urbane dismesse: una delle abitazioni meglio preservate (per fortuna) del nostro paese.
La Villa in questione si trova quasi sulla sommità di una collina, e la sua esposizione è quantomeno particolare. Il fronte della villa, infatti, non guarda verso la vallata, ma verso la collina. All’interno, il tempo sembra essersi fermato, e non è una frase fatta: le persone che vi abitavano, sembra che siano fuggite d’improvviso: sui letti ci sono ancora alcune coperte, nei tavoli le masserizie, e tutto sembra essere stato fermato in un attimo preciso del tempo,come se si attendesse il ritorno degli abitanti da un momento all’altro.
Quello che più di tutti si nota, è la presenza di materiale religioso. Santini, pubblicazioni religiose, libretti di preghiere.
Inoltre, sparsi sui tavoli e conservati nei cassetti, si trovano molte lettere in cui si descrivono le cagionevoli condizioni di salute del figlio dei proprietari. Nel tempo, le condizioni sembrano peggiorare, e l’urgenza dei familiari per trovare una soluzione al problema si fa impellente. Si leggono lettere in cui si chiede alla Chiesa un intervento sul figlio (particolare questo, assai inquietante), fino al momento in cui la famiglia decide di andare in Inglhilterra, presso parenti. Si trovano anche copie delle ricevute delle assicurazioni di viaggio, nonché una confezione di un barbiturico abbandonata nel letto.
Insomma, una villa che racconta una storia ben precisa. Una storia di dolore.