I luoghi di villeggiatura preferiti dagli italiani (scritto con la lettera minuscola), sono i negozi di telefonia. Basta dare una occhiata dalle vetrine esterne per rendersi conto che quando scattano le ferie, non c’è mare o montagna che tenga. “Dove vai in vacanza quest’anno?” “Sai, pensavo di andare una settimana al Centro TIM in Piazza Roma, poi a Natale andremo con la famiglia al Vodafone One di Via Cavour”.
Da fine Giugno a fine Settembre, la densità di popolazione all’interno dei negozi di telefonia è seconda solo a quella di Pechino: 80 persone al metro quadro. Evidentemente l’italiano in quei posti si sente bene: alla mattina si presenta alle 6:30 davanti al negozio (bestemmiando perché fino alle 9 non apre), con la famiglia al completo. Entrano, si sistemano nel loro spazio, aprono i tavolinetti da picnic, apparecchiano e poi iniziano il loro tour tra le vetrine. “Mamma, posso andare a vedere i Nokia?” “No, al massimo arriva alla Samsung, ma non fare tardi. E porta tua sorella con te”. All’ora di pranzo raccolgono le loro masserizie, tavolini, sedie, e tornano a casa. Per ripresentarsi alle 14:30 davanti al negozio (ribestemmiando perché il negozio apre alle 16). Il pomeriggio in genere è dedicato alla spiegazione degli oggetti esposti da parte del capofamiglia. La moglie e i figli, il cane, i suoceri, tutti in fila dietro al novello cicerone che indicando i vari oggetti esposti illustra in maniera scientifica i prodotti. “Quello è uno SFARFON, che cià anche i cosi per fare le cose delle… come se chiamano… quelle coi multimediali, ecco” “Quello li cià i tasti, sicché l’è roba da poco.” “Quello è un AIFON fatto daqlla SANZUGGHE, uguale al mio, ma invece che nero è bianco, senza tasti mentre il mio ce l’ha, non ha la fotocamera il mio si, schermo piccino il mio ce l’ha grande, ma per il resto è IDENTICO AL MIO”. In questo modo, l’italiano rinsalda i rapporti col resto della famiglia.
Quando sono in difficoltà (“papà, perché quel telefono è più grosso?”), allora il novello esploratore allarga le braccia come dire “ci penso io!”, fa un sospirone e assumendo l’atteggiamento da Indiana Jones interpella il commesso, esordendo col proverbiale: “eeeee… no che…. perché pensavo vero… io ciò il contratto con voi da trentanni, capito… deeeee… se io no, facessi… maaaaa… perché la mi sorella, no, che è andata a Milano perché s’è sposata lassù, anche se poi s’è divisa e ora cià un figliolo da uno de Monza, ma vero, dicevo seeeeeee…. che poi aspetti gni fò vedere…” (Il commesso, a questo punto lo guarda con tutta la pena possibile, chiama la Croce Verde, arriva l’ambulanza che porta via il soggetto, tra lo sbigottimento della famiglia)
La mattina dopo, la cosa si ripete. Per tutti i 15 giorni delle ferie.
Quando le ferie finiscono, gli italiani tornano al lavoro riposati e felici: hanno visto tante cose belle.