L’aria è quella che si respira ad ogni fine di stagione. Piano piano, tutte le luci di questo circo si stanno spegnendo, gli inservienti richiudono gli animali nelle gabbie, clown, ballerini e saltimbanchi tornano per l’ultima volta nei loro camerini. E il Buffone capocomico, il Nano Clown, colui che con i suoi frizzi e lazzi ha caratterizzato l’intera stagione di questo circo, mestamente si toglierà i chili di trucco e di cerone. L’atmosfera è mesta, il sentimento è “doveva succedere prima o poi. Ora smontiamo tutto e via veloci!”.
Gli spettatori, usciranno dal tendone felici e contenti. Per tanto tempo sono stati rapiti, ipnotizzati da quella girandola di colori, dai giocolieri che roteavano birilli, da procaci ballerine con tette e cosce al vento, dai voli dei trapezisti che ti fanno guardare in alto. E così, mentre si incammineranno a casa, scopriranno che fuori dal circo qualcosa è cambiato. Non troveranno più la macchina, ma sarà un danno relativo, perché la benzina e le assicurazioni nel frttempo sono aumentati al livello che sarebbero stati costretti a venderla, l’auto. E quando arriveranno a casa scopriranno che è stata messa all’asta dalla banca. Quando andranno a fare la spesa, scopriranno che in tasca hanno solo pezzettini di carta di nessun valore, perché oramai i prezzi sono talmente alti che non ti puoi permettere neanche un pezzo di pane. La mattina, quando torneranno al lavoro, verranno fermati sulla porta e gli chiederanno: “lavoro? perché, lei lavorava quà?”.
Perché il circo è finito, e quando esci dal tendone, trovi il mondo reale.