Egregio Signor Cavaliere,
Non la chiamerò per nome per non dare adito a strumentalizzazioni che potrebbero colpire la Sua Persona. Chi le scrive è un giovane toscano, che ad un certo momento della propria vita si trova a dover fare delle scelte. Finora ho sempre vissuto in maniera più che decorosa. Ho un lavoro con una retribuzione dignitosa e buone prospettive, una famiglia unita, una casa che mi son comprato con notevoli sacrifici ma che oggi finalmente posso godermi. A tutto questo, si affiancano i problemi della vita quotidiana. Ho il
mutuo da pagare, l’assicurazione della macchina costa, ci sono le spese per l’acqua, la luce, il gas. Quello che mi servirebbe sarebbe la sicurezza economica. Visto che per i canali “ufficiali” ci si mette troppo tempo, ho pensato di rivolgermi a Lei per chiederle se può venirmi incontro.
Cavaliere, le chiedo ufficialmente di essere assunto alle sue dipendenze in qualità di Prestanome per una delle sue aziende.
La cosa credo che non Le rechi poi tanto disturbo, e oramai Lei sa bene come funzionano certe cose. Non le darò certo i problemi che le hanno causato in passato gli altri che Lei ha scelto come ignari intestatari delle numerose ditte che ha fatto sorgere dal nulla. Non solo: sono un giovane con delle ambizioni, cultura superiore, dicono di bella presenza, pertanto molto più credibile come presidente di una finanziaria, di un pensionato moribondo o di una casalinga con la quinta elementare (poteva starci più attento, quella volta, però…). Non dovrebbe neanche sprecare più di tanto tempo ad istruirmi per il mio compito: ho studiato bene come dovrei comportarmi. Nella mia società entrerebbe una cifra (se non sbaglio intorno ai due miliardi e settecento, di media), e dopo qualche mese, ne uscirebbero (magia!) ventisette e rotti di miliardi. Il tutto in contanti per non lasciare traccia nei libri contabili. Successivamente, la ditta verrebbe liquidata ed io potrei continuare a fare la mia vita di sempre. Naturalmente mi accontenterei di una piccolissima parte del denaro circolante nella società, tanto per avere quella sicurezza economica che le descrivevo all’inizio. Come alternativa, Cavaliere, potrei proporLe la creazione di una TV privata nella mia vallata, il Casentino. Potrei figurare io come fondatore, poi potrei rivendergliela a un prezzo agevolatissimo. In fondo per Lei sarabbe ben poca cosa: lo ha già fatto per centinaia di emittenti in tutta Italia, almeno così mi dicono. Una antenna in più, che vuole che sia?
Nel mio piccolo, mi sto già impegnando quanto posso per essere pronto a questo traguardo. Ho già allentato i rapporti con mio padre (lui ha votato sempre per la sinistra), e sto cominciando a leggere i quotidiani del “nostro” gruppo.
La prego di non sottovalutare questo appello, Cavaliere. Tenga presente anche che ho la fedina penale pulita, e questo non potrebbe che portare una ventata di aria nuova nel gruppo che lei dirige. Le allego la fotocopia della mia carta di identità ed il mio codice fiscale, per accorciare i tempi per il disbrigo delle pratiche: se vorrà, potrà avvertirmi con comodo dell’avvenuta nomina.
Rimanendo in attesa di un Suo riscontro, voglia gradire i miei più sentiti omaggi.